Il Chronicon Casauriense

Abbazia | Chronicon 2 L’attività scrittoria già coltivata precedentemente nel monastero – l’abate Oldrio in hac arte nimis erat adsiduus (53) – continua soprattutto sotto Leonate. Il Chronicon Casauriense (foto n° 42) concepito come cartularium come raccolta cioè di atti di acquisti, vendite, permute, donazioni nonché di diplomi, lettere regie, bolle papali con cui venivano concessi all’abbazia privilegi rappresenta, con la ricostruzione dell’abbazia, il testamento che l’abate consegna ai posteri.Anche se il Waitz (54) riteneva che fosse la più importante raccolta di documenti del secolo X, non è tuttavia esente dai difetti che caratterizzano altre cronache scritte, enfatizzando l’accaduto, con lo scopo di accrescere l’importanza del monastero o rivendicare privilegi forse dimenticati; qualche documento infatti lascia perplessi per la sua veridicità mentre in altri traspare l’eccessiva passionalità del compilatore (diametralmente opposto ad esempio è il giudizio dato dall’estensore della cronaca di S. Bartolomeo di Carpineto nel giudicare il comportamento usato dai normanni nella conquista del mezzogiorno). Il Chronicon forse non doveva contenere copie dirette degli originali siti nell’archivio abbaziale, anche perché il compilatore lamenta ripetutamente le gravi perdite subite per le devastazioni di Saraceni e Normanni. Secondo i compiti assegnati, Giovanni, un monaco cresciuto nello stesso monastero, avrebbe dovuto reperire e catalogare i documenti, mentre mastro Rustico – che si rivela anche un eccellente disegnatore raffigurando abati, sovrani e pontefici – avrebbe dovuto trascriverli. L’opera scritta su 272 fogli di pergamena (recto e verso) riporta complessivamente 2153 documenti: il testo documentario di solito occupa la parte centrale della pagina mentre la parte narrativa è contenuta nei margini interni delle singole carte, anche se non sempre c’è corrispondenza sinottica fra testo documentario e cronistico; la scrittura è la stilizzata minuscola di tipo carolino, inconsueta in una regione in cui di solito si trova la beneventana, e spiegabile con l’origine franca del monastero. Il Chronicon Casauriense, conservato attualmente nella Biblioteca Nazionale di Parigi (codice manoscritto 5411), fu sottratto ai re aragonesi di Napoli, dov’era pervenuto all’inizio del secolo XV, da Carlo VIII in occasione della spedizione in Italia nel 1494 e faceva parte di quel bottino di opere d’arte che, sul dorso di ventimila muli, fu portato in Francia. Nel 1982, in occasione del V centenario della Introduzione della Stampa in Abruzzo, viene stampato anastaticamente dall'Amministrazione Provinciale dell'Aquila.